sabato 26 ottobre 2019

STEP #12 - I materiali della cosa

L'anello del portachiavi è solitamente in metallo, resistente e facile da lavorare, ma ne esistono anche varianti in plastica.
La catena può essere in metallo, quando deve garantire resistenza, in materiale polimerico come il nylon, quando deve garantire anche elasticità, oppure in tessuto o corda, leggeri ed esteticamente molto apprezzabili.
Anche l'eventuale moschettone è generalmente in metallo, proprio perché deve garantire una certa resistenza.
Il pendaglio o fob può essere anch'esso in metallo, ma generalmente è in plastica. Fu infatti fra gli anni '50 e '60 del Novecento che i portachiavi divennero un importante oggetto promozionale per le aziende, proprio perché la diffusione del materiale polimerico a livello industriale aveva reso molto più economico realizzare portachiavi personalizzati, rispetto ai predecessori in metallo. Di gusto più artigiano, ci sono, invece, i fob in tessuto o in legno. Insieme agli anelli di metallo, sono stati questi i  primi portachiavi, proprio perché erano fatti da materiali facilmente lavorabili dagli artigiani del periodo preindustriale.
I portachiavi a custodia sono, invece, in genere in pelle, sia essa animale o sintetica. In questo modo rappresentano un oggetto elegante, che può in ogni caso proteggere bene le chiavi al suo interno.

STEP #11 - La tassonomia della cosa

Il portachiavi è fondamentalmente un anello rigido a forma di molla con cui raggruppare più chiavi. Non sorprende, infatti, che il termine inglese keychain, letteralmente "catena per la chiave", abbia come sinonimo keyring, cioè "anello per la chiave". Alla base di ogni portachiavi c'è, dunque, sempre un anello.
Con il tempo, però, si è avuta in alcuni ambiti la necessità di tenere attaccato l'anello con le chiavi alla cintura. Guardie di sicurezza, custodi e guardie carcerarie, ad esempio, avevano bisogno di avere sempre a portata di mano le chiavi, ma essendo certi di tenerle ben attaccate a sé. Si utilizzò allora il moschettone (in Inglese carabiner, da carabiniere, ovvero il soldato armato di carabina).
Un'altra funzione essenziale di un portachiavi è quella di distinguere chiavi altrimenti irriconoscibili. Nacquero allora quelli che in Inglese si chiamano fobs (probabilmente da fuppe, "tasca" in antico dialetto germanico). Esistono dunque targhette dove scrivere nomi oppure oggetti per rendere il mazzo di chiavi unico.
Con lo sviluppo dell'industria, è stato possibile ottenere più forme e si è capito l'enorme potenziale del portachiavi come souvenir e come gadget per promuovere aziende e marchi. La tipologia più diffusa a tal riguardo è quella a disco, ma esistono portachiavi di ogni forma e dimensione. Alcuni, per comodità dell'utilizzatore, hanno anche altre funzioni oltre quella di raggruppare chiavi. Esistono, infatti, portachiavi con torce, bussole, chiavette USB, calcolatrici, apribottiglie e molto altro.
Con il progresso della tecnologia, alcuni portachiavi servono anche come telecomandi o chiavi elettroniche. Un progresso ancora successivo è quello dei security tokens, un metodo per rendere sicure reti inizialmente non sicure.
C'è, inoltre, da menzionare il nuovo significato di "portachiavi", oggi inteso anche come programma informatico usato per custodire le passwords, che possono essere considerate le "chiavi moderne".

La classificazione si è basata in parte su quella trovata su https://en.wikipedia.org/wiki/Keychain

mercoledì 23 ottobre 2019

STEP #10 - I proverbi della cosa

"I frati non s'inchinano all'abate, ma al mazzo delle sue chiavi"

Il proverbio vuole dire che le persone, in genere, non mostrano rispetto verso un individuo in quanto tale, per le qualità che possiede o per quello che rappresenta, ma solamente perché egli è investito di potere, nel proverbio materializzato proprio dal mazzo di chiavi, che può aprire tutte le porte dell’abbazia.


STEP #9 - I nomi della cosa

L'oggetto "portachiavi" in diverse lingue:

Italiano Portachiavi
Rumeno Portchei
Francese Porte-clefs

Spagnolo Llavero
Portoghese Chaveiro

Inglese Keychain
Tedesco Schlüsselanhänger
Olandese Sleutelhanger


Si può vedere come, partendo dalla base del termine "chiave", il ceppo latino forma il composto con il verbo (caso particolare le lingue iberiche), mentre il ceppo germanico rimane più concreto ed indica la catena che tiene le chiavi.

In altre lingue:

Arabo حمالة مفاتيح
Cinese 鑰匙圈
Giapponese キーホルダー
Greco Κλειδοθήκη

La parola "regata" in diverse lingue:

Italiano Regata
Francese Régate
Spagnolo Regata
Portoghese Regata
Inglese Regatta
Tedesco Regatta
Olandese Regatta


Perché in questo caso sono tutte simili?
Il termine "regata" è di origine veneziana e indicava originariamente le competizioni tra barche a remi. L'etimologia è controversa, ma potrebbe provenire: dalla partenza in riga (rigata); dal latino aurigare (gareggiare); da ramigium (remeggio); da remus (remo)...
In ogni caso è un termine italiano, esportato poi all'estero ed è per questo che rimane più o meno invariato.


martedì 22 ottobre 2019

STEP #8 - La cosa

IL PORTACHIAVI DELLA REGATA


La Regata Internazionale Brindisi-Corfù nasce nel 1986, ma è a partire dal 1998 che, grazie ai riconoscimenti ricevuti anno dopo anno, la sua fama si estende oltre i confini di Italia e Grecia portando la partecipazione ad aumentare in maniera esponenziale.
Con una partecipazione che supera 100 imbarcazioni la Regata Internazionale Brindisi-Corfu viene annoverata oramai fra le più importanti regate che si svolgono nel Mediterraneo ed è senz’altro la più importante regata d’altura dell’Adriatico, sia per numero di partecipanti che per difficoltà tecniche.
Si tratta, dunque, di un evento che ha diffuso l'immagine di “Brindisi marinara” capace di realizzare eventi di grande risonanza internazionale trasformando al tempo stesso il porto di Brindisi in un crogiuolo d’incontro di genti dalle più diverse provenienze.
Io volevo trovare un oggetto che materializzasse tutto ciò. Ho, quindi, scelto il portachiavi in foto. Esso fu dato in omaggio a mio padre uno degli anni in cui partecipò alla regata. Sull'oggetto è riportato il logo del Circolo della Vela, l'associazione che organizza la regata.

lunedì 21 ottobre 2019

STEP #7 - Un film

Fotogramma tratto dal film che mostra il porto di Brindisi

È stato il figlio è un film del 2012 diretto da Daniele Ciprì, con Toni Servillo nel ruolo di protagonista e sceneggiatura tratta dall'omonimo romanzo di Roberto Alajmo.
Proiettato alla 69ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, la pellicola ha vinto il Premio Osella, il Globo d'Oro e ha ricevuto due nomination ai David di Donatello.
Il film parla di una famiglia, i Ciraulo, che, a seguito della morte della figlia minore per via di un proiettile vagante, riceve un risarcimento economico dallo Stato per le vittime di mafia. La famiglia decide, però, di spendere tutto per una lussuosa automobile e la tragedia è dietro l'angolo...
Nonostante la storia sia ambientata a Palermo, il film è stato girato interamente a Brindisi e in provincia, grazie al contributo dell'Apulia Film Commission. Sono, infatti, ben distinguibili i quartieri Paradiso, Bozzano, Commenda, Casale e, ovviamente, il porto.
La storia, che a mio parere ha attinto molto dalla visione della società di Giovanni Verga, trasmette il racconto di una realtà grottesca, attaccata alla roba, ma in uno scenario quasi fiabesco, fornito dalle atmosfere e dagli edifici di Brindisi.

"Conoscevo uno che per un graffio alla macchina ammazzò suo padre"

domenica 20 ottobre 2019

STEP #6 - Il nome del luogo

Secondo la tradizione mitica, il nome Brindisi proverrebbe da Brento, suo mitico fondatore.
In realtà, già in antichità si dava al nome della città una diversa origine, così plausibile che anche i linguisti moderni hanno accettato tale ipotesi senza obiezioni.
Il toponimo latino Brundisium, attraverso il greco Brentesion, deriverebbe, allora, dal vocabolo messapico Brention, cioè "testa di cervo".
Il nome della città sarebbe, dunque, legato alla forma naturale del porto interno: esso si divide in due rami, il Seno di Ponente e il Seno di Levante, ricordando le corna di un cervide.

Vista aerea del porto a forma di corna di cervo

Lo stemma di Brindisi riporta il
simbolo del cervo, origine del suo nome


Fonte:

giovedì 17 ottobre 2019

STEP #5 - Il mito

Capitello originale della Colonna Romana, raffigurante quattro deità

Si narra che la fondazione di Brindisi e la nascita del porto siano opera di un eroe greco: Brento.
Egli era figlio di Balezia e di Eracle, la figura della mitologia greca corrispondente al latino Ercole, semidio dalla forza sovrumana che dominò la natura con le sue dodici fatiche. Secondo il mito, Brento sarebbe stato salvato da un naufragio da dei delfini, che l'avrebbero trasportato fino alle coste brindisine. Qui l'eroe avrebbe fondato Brentesio, poi diventata Brundusio e infine Brindisi. In onore di suo padre e delle Colonne d'Ercole di Gibilterra, egli avrebbe eretto le Colonne Romane: un simbolo di sicurezza per i mercanti che arrivavano nella città. Per rendere indimenticabile la sua opera, però, Brento non si sarebbe fermato a questo: modellò il territorio a sua immagine, scavando due rami nel porto, il Seno di Ponente e il Seno di Levante, a rappresentare le braccia, così che la città, nel mezzo, sarebbe stata la sua testa.

A destra: Moneta romana raffigurante Brento che cavalca un delfino;
A sinistra: Ricostruzione ad opera della Brigata Amatori Storia ed Arte

Foto aerea dalla quale si vedono i due rami del porto

Bibliografia:
  • Angela Cerinotti, Miti greci e di roma antica, Prato, Giunti, 2005, ISBN 88-09-04194-1.
  • Anna Ferrari, Dizionario di mitologia, Litopres, UTET, 2006, ISBN 88-02-07481-X.
  • Anna Maria Carassiti, Dizionario di mitologia classica, Roma, Newton, 2005, ISBN 88-8289-539-4.
Sitografia:

mercoledì 16 ottobre 2019

STEP #4 - Citazioni

Monumento a Virgilio
Si è già parlato del romanzo La morte di Virgilio di Hermann Broch, di cui riporto alcuni passi.
Nella prima citazione, ritroviamo l'arrivo della flotta di scorta di Virgilio e di Augusto nel porto di Brindisi. I due vengono accolti dal saluto dei militari:

"Così giaceva tranquillo. il primo velo del nascente crepuscolo si tendeva chiaro nel cielo, si tendeva delicato sul mondo, quando fu raggiunta l'imboccatura del porto di Brindisi, stretta, simile a un fiume. L'aria si era fatta più fresca, ma anche più mite, la lieve brezza salmastra si mescolava con l'aria più carica e intensa della terra, nel cui canale le navi, rallentando una dopo l'altra il loro corso, stavano ora entrando. Grigio e plumbeo si fece l'elemento di Posidone, non più increspato dall'onde. Sui merli dei castelli, a destra e a sinistra del canale, s'erano schierate le truppe del presidio per render gli onori all'imperatore."
Hermann Broch, La morte di Virgilio, traduzione a cura di Aurelio Ciacchi, Milano: Feltrinelli, "Universale Economica" 2003, p. 47

Nella seconda citazione, invece, riporto la descrizione dello sbarco di Virgilio. Durante tutto il capitolo, in effetti, Broch si sofferma molto, attraverso gli occhi del protagonista, sull'aspetto concreto, sensoriale e materiale dell'esperienza. Ad esempio, si trova una descrizione della piazza, del mercato, delle baracche e dei prodotti pronti ad essere caricati sulle navi mercantili. Il passo, però, che mi è sembrato più significante è quello che segue. Qui Virgilio si sofferma su delle cose, ma questo gli serve solamente per riflettere sulla propria condizione e su quella più generale dell'essere umano:

"Il ponticello oscillò rigido e duro, quando vi passò sopra la lettiga portata dagli uomini con passo misurato ed eguale; sotto, lentamente, fluttuava l'acqua nera, stretta fra il nero e pesante scafo e la nera e pesante muraglia della banchina, il liscio elemento che pesantemente fluiva, esalando se stesso, esalando immondezze e rifiuti, foglie di verdura e meloni imputriditi e tutto ciò che galleggiava in quella brodaglia, pigre onde di un greve, dolciastro alito di morte, onde di una vita putrescente, dell'unica vita che può vivere fra le pietre e che vive solo nella speranza di rinascere dalla sua dissoluzione. Così era lì sotto; qui sopra invece le stanghe della lettiga, dorate e adornate e di immacolata fattura, poggiavano sulle spalle di bestie da soma in figura umana, bestie umanamente nutrite, umanamente parlanti, umanamente dormienti e pensanti; e sul sedile della lettiga, intagliato e cesellato, un lavoro di immacolata fattura, la cui spalliera ed i cui bracciali erano decorati da stelle di lamine d'oro, riposava un uomo infermo ed impuro, nel quale era già in agguato la dissoluzione. Tutto ciò era d'un'estrema dissonanza, in tutto ciò si celava la nascosta empietà, l'immota fissità di un accadimento che è più perfetto dell'uomo, anche se è l'uomo stesso che costruisce muraglie, che intaglia e martella, che intreccia le cinghie della sterza e foggia catene."
Hermann Broch, La morte di Virgilio, traduzione a cura di Aurelio Ciacchi, Milano: Feltrinelli, "Universale Economica" 2003, p. 60

Altri passi tratti dal capitolo "Acqua - L'arrivo", pp. 67-68


domenica 13 ottobre 2019

STEP #3 bis - Un (altro) libro

In quanto Porta d'Oriente, in epoca romana Brindisi era il porto utilizzato per andare in Grecia. Ed è proprio qui, dove per tradizione si vuole che un tempo finisse la via Appia, cioè presso le Colonne Romane, che Virgilio, in ritorno dalla Grecia, ormai malato, morì. Oggi una targa rende omaggio all'autore dell'Eneide, nella casa dove egli sarebbe stato accolto.
Uno scrittore tedesco, nel 1945, decise di ripercorrere le ultime ore del poeta latino: vide allora la pubblicazione il libro La morte di Virgilio di Hermann Broch.
Il romanzo affronta le ultime 18 ore di vita di Virgilio, ormai anziano e in ritorno da Atene. Il poeta si lascia andare a filosofiche meditazioni e passa dalla nave al palazzo dell'imperatore Augusto a Brindisi. Qui decide che l'Eneide, incompleta, va distrutta, ma gli amici e Ottaviano stesso riescono a convincerlo a salvare l'opera.

Luogo di morte di Virgilio 

STEP #3 - Un libro

Per la sua conformazione naturale, il porto di Brindisi è uno dei porti più sicuri del Mediterraneo (basti pensare che si tratta di uno degli unici porti al mondo dove le unità in entrata hanno priorità su quelle in uscita). Data anche la sua posizione, è da sempre stato considerato come Porta per l'Oriente. Fra il 1870 e il 1914, infatti, divenne tappa fondamentale per la Valigia delle Indie, un percorso che trasportava viaggiatori e corrispondenza da Londra fino a Calcutta.
Per questo motivo, Brindisi compare inesorabilmente come tappa del viaggio percorso da Phileas Fogg e Passepartout nel libro di Jules Verne: Il giro del mondo in 80 giorni.

Pubblicato nel 1870, il romanzo racconta l'avventura di un ricco Inglese che, per via di una scommessa, decide di percorrere il globo in 80 giorni.
Il viaggio inizia da Londra e, attraverso un treno, il protagonista giunge a Brindisi, dal quale prende un piroscafo diretto a Suez.

— Quel piroscafo viene direttamente da Brindisi? — domandò Fix. 
— Da Brindisi, dove ha preso la «Valigia delle Indie» e di dove è partito sabato alle cinque pomeridiane. Perciò abbiate pazienza: tra poco sarà qui. 

venerdì 11 ottobre 2019

STEP #2 - Le cose

IL BIGLIETTO

Il biglietto della motobarca è un oggetto semplice, che ai più potrebbe sembrare insignificante, eppure ha una grande importanza.
La motobarca è un'imbarcazione a motore di piccole dimensioni, utilizzata nel porto di Brindisi per trasportare persone da una sponda all'altra, collegando così il centro storico con il Casale, un quartiere più residenziale. Si potrebbe dire che ogni brindisino abbia nella sua vita preso almeno una volta la motobarca e non è raro vedere anche i turisti sopra tale imbarcazione. Oltre ad effettuare un giro in qualche modo turistico, essa, infatti, mette in comunicazione i luoghi di interesse del Centro con il Monumento al Marinaio d'Italia, uno dei simboli della città.
Il biglietto, ovviamente, è necessario e viene obliterato a bordo, tranne che durante la festa patronale, quando, dopo il tipico spettacolo pirotecnico, la gente è così numerosa da costringere i controllori a strappare i biglietti per velocizzare le code.
Ma, dunque, qual è l'importanza di un biglietto?
Senza di esso, semplicemente, molto spesso non sarebbe possibile attraversare il porto: si tratta di un mezzo che ha dettato per anni gli orari e le abitudini delle persone impossibilitate a muoversi con mezzi propri per uscire in centro, di chi usava la motobarca per andare a scuola, di chi, durante gli eventi, doveva passare da un lato all'altro del porto. Il biglietto, quindi, porta alla mente ricordi e rappresenta parte integrante dell'identità del cittadino di Brindisi.



IL PORTACHIAVI E LA SACCA

Nella zona del porto dove è ubicato il porticciolo turistico, è presente la sede del Circolo della vela di Brindisi. Fra gli eventi più notevoli organizzati dall’associazione c'è la Regata Internazionale Brindisi-Corfù. Si tratta di una delle più importanti regate di altura che si svolgono nel Mediterraneo: da oltre cinque anni le imbarcazioni partecipanti superano le cento unità con un numero di regatanti che si avvicina ai mille. Nei giorni della regata, la città ospita un gran numero di persone provenienti da tutte le parti del mondo. Come ricordo, il Circolo produce dei gadget che regala ai partecipanti alla competizione. Fra questi ci sono oggetti sicuramente utili a chi fa sport, come giacche anti-vento, oppure portachiavi e borse con il logo.



LA CORNICE

Il Monumento al Marinaio d'Italia è sicuramente uno dei simboli della città. Realizzato per commemorare i marinai caduti durante la Grande Guerra, ha la forma di un timone. In occasione di uno degli eventi legati alla memoria dei militari, una scuola elementare organizzò un mercatino di beneficenza sul porto, mettendo in vendita oggetti realizzati dai bambini. Fra questi oggetti c'era una cornice a forma di Monumento, con all'interno una foto di una delle vie di Brindisi.

LA CALAMITA

Avendo un potenziale turistico non indifferente, legato al mare, ai monumenti e alla storia della città, sorprendeva molti il fatto che Brindisi non fosse considerata come luogo fondamentale nel panorama del florido turismo salentino. Negli ultimi anni, però, si sono effettuati sforzi per valorizzare il patrimonio turistico della terra e si è riusciti a rendere il porto una tappa di diverse navi da crociera. Ciò ha permesso ai commercianti di mettere a disposizione i propri prodotti a un numero sempre maggiore di turisti. Per favorire il tutto, il Comune ha organizzato spettacoli ed eventi sul porto, soprattutto nei giorni in cui arrivano le navi. Una delle conseguenze più naturali è stata la nascita di diverse bancarelle autorizzate che vendono souvenir, tra i quali le classiche calamite.

giovedì 10 ottobre 2019

STEP #1 - Il Blog

Brindisi, città pugliese di origini messapiche, sorge su un porto naturale che ne ha determinato la storia, nonché la cultura e l'identità.

Coordinate geografiche: N 40° 38' 32'' E 17° 56' 50''