giovedì 28 novembre 2019

STEP #24 - La cosa nel Cinema


I Love You è un film del 1986 diretto da Marco Ferreri, con Christopher Lambert nel ruolo di protagonista. Selezionato per il Festival di Cannes, il film racconta la storia di Michel, bell'uomo, desiderato dalle donne, che si innamora di un portachiavi a forma di testa femminile che risponde a un particolare fischio dicendo "I love you".
Il soggetto folle, quasi delirante, nasconde in realtà un messaggio poetico, riguardante la vuota e infelice dimensione dei rapporti umani, che spinge l'uomo all'adorazione delle cose inanimate.
Il personaggio, infatti, è solo e incapace di amare anche a causa della società in cui vive e, impotente, cerca una via di fuga dalla realtà. Il rapporto malato con l'oggetto del desiderio, però, non sarà in grado di fornire un sollievo alla sua esistenza.

Trailer del film:

Intervista al regista:

STEP #23 - La cosa nella Letteratura

Il portachiavi è un oggetto comune che oltre ad avere una sua funzionalità, spesso assume altri significati, poiché è legato inesorabilmente al suo proprietario. Nella letteratura esso è presente per diversi motivi, proprio perché si tratta di un ottimo espediente per caratterizzare il personaggio.

Ne La moglie coreana (in lingua originale Pachinko) di Min Jin Lee, il portachiavi ha attaccata a sé una cornice di plastica con le fotografie del marito e del figlio defunti della protagonista. Assume, dunque, un forte significato affettivo e diventa, nel libro, il simbolo del legame con i cari e con il passato.

A diverse file di distanza, il custode ripuliva le lapidi dalle foglie umide. Ogni tanto le lanciava un'occhiata, e Sunja si vergognava che la vedesse parlare con la tomba. Avrebbe voluto trattenersi un altro po'. Per mostrarsi indaffarata, aprì la borsa di tela per riporvi i canovacci sporchi, e sul fondo trovò le chiavi di casa. Al portachiavi era attaccata una cornicetta di plastica con due minuscole fotografie di Noa e Mozasu.
Sunja cominciò a piangere senza riuscire a smettere.
Min Jin Lee, La moglie coreana, traduzione di Federica Merani, Segrate: Piemme, 2018, pag. 442

In Vento scomposto (titolo italiano di There is nothing wrong with Lucy) di Simonetta Agnello Homby, il portachiavi è un oggetto che indica uno status sociale. Serve, dunque, a caratterizzare meglio il personaggio.

"Mi ritroverò di nuovo circondata da morti di fame," disse Mrs Ansell, lanciando uno sguardo bieco al cartello, mentre cercava le chiavi nella borsa. Pat rimase a bocca aperta alla vista del portachiavi: un'enorme lettera E di brillanti attaccata a una robusta catena d'oro. "È oro zecchino." Compiaciuta, Mrs Ansell lo sollevò per farglielo vedere meglio. "Ventiquattro carati. Le pietre sono zirconi, ma non è da buttare."
Simonetta Agnello Homby, Vento scomposto, traduzione di Simonetta Agnello Homby e Giovanna Salvia, Milano: Feltrinelli, 2009

Ne Il castello di Vinton (in originale Her Ladyship's Companion) di Joana Bourne, il portachiavi diventa un indizio per risolvere un mistero, perché il legame con l'oggetto è talmente personale che solo il vero proprietario sa quale fosse realmente il suo scopo.

Robbie agitò la chiave con aria d'importanza. - Questa chiave era attaccata a un portachiavi, appeso con altri in uno stipetto nella stanza della governante. È stata tolta da quel portachiavi.
- Non capisco.
- Il vecchio portachiavi.
- Spiegati meglio, per favore. Cosa vuoi dirmi esattamente?
- Signorina Rivenwood, questa - e Robbie la alzò - è la chiave della porta del mio studio che non è mai stato chiuso a chiave da almeno cento anni. È stata presa da un portachiavi che nessuno ha mai toccato, salvo che per spolverarlo, forse, fin da prima che nascessi.
Joana Bourne, Il castello di Vinton, traduzione di Tiziana Benni, Milano: Mondadori, 2013

martedì 26 novembre 2019

STEP #22 - La cosa nei Fumetti

Particolari tratti dalle pagine sottostanti
Drive è un fumetto del 2016 tratto dall'omonimo romanzo noir del 2005 di James Sallis, da cui era già stato tratto un film, diretto da Nicolas Winding Refn, nel 2011. A differenza della pellicola, nel fumetto l'adattamento di Michael Benedetto è più fedele al libro. I disegni sono affidati ad Antonio Fuso, mentre il colore è di Jason Lewis. La storia narrata è quella di un pilota, di cui non sappiamo il nome, che alterna il lavoro da stuntman cinematografico a quello di autista al servizio della criminalità. L'incontro con la vicina di casa e il figlio cambierà, però, la vita del protagonista.
I luoghi fondamentali della storia sono l'appartamento del protagonista, la sua officina e, ovviamente, la sua auto. Per questo compare spesso ciò che è in grado di raccogliere e custodire le chiavi di accesso a tali luoghi: il portachiavi.

M. Benedetto, A. Fuso, J. Lewis, Drive, Milano: Edizioni BD, 2016, pag. 12

M. Benedetto, A. Fuso, J. Lewis, Drive, Milano: Edizioni BD, 2016, pag. 15

M. Benedetto, A. Fuso, J. Lewis, Drive, Milano: Edizioni BD, 2016, pag. 26

M. Benedetto, A. Fuso, J. Lewis, Drive, Milano: Edizioni BD, 2016, pag. 68

domenica 17 novembre 2019

STEP #21 - La cosa nella musica


Nel brano Keychain, tratto dall'album Top Priority, Rory Gallagher cerca un portachiavi che possa aiutarlo a rinchiudere tutti i suoi problemi e sofferenze, ma la ricerca sembra vana.
Il portachiavi diventa l'oggetto attraverso cui liberarsi dai propri mali, perché è attraverso di esso che il possessore ha il controllo di cose altrimenti incontrollabili, poiché diventa in grado di chiuderle in cassaforti e scegliere quando e come liberarle. Ovviamente, però, qualcosa di simile non esiste.

Keychain - Rory Gallagher


I need a keychain, to lock up all this trouble

I need a fast train, leaving on the double
I'm going someplace, that's hard to follow
Got that feeling, that I should be long gone
I'm as bad as I can get, playing Russian roulette

I need a keychain, baby right now
I'm playing no games, this ain't no water pistol

Ain't it insane, there's no chance of missing
No one holds me, you ain't got my number
If you see me, just run for cover
Well I'm as wild as I can get, I'm playing Russian roulette

I got no keychain, baby right now
Owww
Owww

Well I'm in a guided missile, and I'm lost in the sky
I won't be returning, until things feel right
I got a poison pen letter, ain't that all I need
Some pretty woman's, trying to make a ghost of me
I got no keychain, to lock up all my sorrow

I need a fast plane, I'm leavin' in a hurry
I'm going some place, where you can't follow
I got that feeling, that I should be long gone
Well I'm as mad as I can get, I'm playing Russian roulette

Need a keychain, baby, all mine
Fonte: LyricFind
Compositori: Rory Gallagher
Testo di Keychain © BMG Rights Management



Nel brano Keychain di Olivia Lane, invece, il portachiavi diventa simbolo di amore e fiducia. Dare al partner una copia delle proprie chiavi di casa è, infatti, un grande passo nella relazione di coppia. L'artista non vede l'ora di affrontare tale passo e andare a convivere, vivendo il momento anche attraverso piccole cose, come avere lo spazzolino da denti nel bagno, riservarsi un posto nell'armadio e, infine, conservare la chiave nel portachiavi.

Keychain - Olivia Lane

YOU AND ME WE GOT A GOOD THING
WRINKLED SHEETS SLOW COFFEE MORNINGS
AIN'T TAKIN IT FAST TAKIN IT SLOW JUST TAKIN OUR TIME
SEE YOU SOON KISS ON THE DOORSTEP BYE
BUT BABY I CAN'T WAIT TO GET MY

SHOES BY YOUR FRONT DOOR
WANNA GET A TOOTH BRUSH BY YOUR SINK
WANNA GET A CORNER OF YOUR TOP DRAWER
HEY BABY WHAT YOU THINK?

I'LL KEEP KNOCK KNOCK KNOCKING EVERY NIGHT AND DAY
WAIT TIL I GET, TIL I GET YOUR KEY ON MY KEYCHAIN

WANNA SPIN IT ROUND, HEAR IT JANGLE ON MY PINKY
KNOW IT'S IN THE BACK POCKET OF MY BLUE JEANS
KEEPIN IT TO MYSELF AND ME JUST A MATTER OF TIME BEFORE I LEAVE MY

JEWELRY ON YOUR NIGHTSTAND
YEAH FLIP FLOPS ON YOUR FLOOR
COUPLE HANGERS IN THE CLOSET
MAYBE ONE MORE DRAWER

I'LL KEEP KNOCK KNOCK KNOCKING EVERY NIGHT AND DAY
TIL I GET TIL I GET YOUR KEY ON MY KEYCHAIN

AIN'T TAKIN IT FAST, TAKIN IT SLOW JUST TAKIN OUR TIME
SEE YOU SOON KISS ON YOUR DOORSTEP BYE
BUT BABY I CAN'T WAIT TO GET MY

SHOES BY YOUR FRONT DOOR
WANNA GET A TOOTH BRUSH BY YOUR SINK
WANNA GET A CORNER OF YOUR TOP DRAWER
HEY BABY WHAT YOU THINK?

I'LL KEEP KNOCK KNOCK KNOCKING EVERY NIGHT AND DAY
WAIT TIL I GET TIL I GET YO KEY ON MY KEYCHAIN

Fonte: Genius
Compositori: Ilya Toshinskiy e Olivia Lane

STEP #20 - I brevetti della cosa

L'anello, la catena e il moschettone: gli elementi base di un portachiavi. Ma quando e chi li ha inventati? Ecco i primi brevetti, trovati su Google Patents, di tali oggetti.

Arthur R. See, Key-ring, 14/01/1905, Patented in 13/02/1906, US812458

Robert Wachenheim, Key-chain, 14/06/1911, Patented in 24/12/1912, US1048011

Horace G. Woodford, Safety hook, ring & c., 21/08/1899, Patented in 06/03/1900, US644699

STEP #19 - La cosa nell'Arte

Le chiavi portano con sé un forte simbolismo e non è raro che siano associate ad elementi sacri.
Un esempio nell'arte è la consegna delle chiavi: Cristo consegna la chiave d'oro e la chiave di argento del Paradiso a san Pietro inginocchiato. Ciò serve a rappresentare la trasmissione del potere spirituale da Gesù a san Pietro e, dunque, al Papato, giustificandone i poteri religiosi e, indirettamente, anche quelli temporali. Tale soggetto è stato di ispirazione a diversi artisti, come Perugino e Reni.

Pietro Perugino, "Consegna delle chiavi", 1481-1482 ca, affresco, Cappella Sistina, Città del Vaticano

Guido Reni, "Consegna delle chiavi", 1625, olio su tela, Musée du Louvre, Parigi

In entrambe le opere si può notare come gli artisti scelgano di legare le due chiavi con una cordicella, che funziona da portachiavi.

Particolare dell'opera del Perugino

Particolare dell'opera del Reni

Il portachiavi, però, non è solamente un oggetto presente nell'iconografia sacra. È, infatti, una cosa comune, presente nella vita di tutti i giorni. Lo ritroviamo, quindi, anche in un'illustrazione di un libro dei primi anni del Seicento.

Anonimo, Hausbuch der Mendelschen Zwölfbrüderstiftung, Band 2, 1605, Biblioteca Comunale di Norimberga

Particolare

giovedì 14 novembre 2019

STEP #18 - In cucina


Il portachiavi può assumere qualsiasi forma e, di conseguenza, non mancano portachiavi a forma di cibo. Alcuni sono realistici, altri hanno fattezze da cartone animato, altri ancora sono caratteristici di un determinato luogo e sono, quindi, perfetti come souvenir.



Ci sono casi in cui sul portachiavi compaiono anche ricette: tipici sono i portachiavi con gli ingredienti dei cocktail.

I portachiavi spesso sono anche strumenti. Molto diffusi sono, ad esempio, i portachiavi-apribottiglie. Attraverso alcuni siti è addirittura possibile crearne di personalizzati. Così si riesce ad associare il proprio marchio a un oggetto che, rivestendo una doppia funzione, fa in modo che il possessore del portachiavi ne sia inconsciamente più legato.
Sempre come strumento, si sfiora anche la fantascienza con un portachiavi in grado di rilevare la composizione del cibo attraverso spettroscopia NIR (a tal proposito si legga questo articolo).

mercoledì 13 novembre 2019

STEP #17 - La nuvola dei nomi


Le parole:
Portachiavi, Turismo, Chiavi, Anello, Moschettone, Catena, Personalizzazione, Gadget, Souvenir, Economia, Ricordo, Marchio, Moda, Promozione, Sport, Ciondolo, Pendaglio, Strumento, Mazzo di chiavi, Sicurezza, Accesso, Custodia, Targhetta, Security Token, Password, Regata, Corda, Portafortuna, Keychain, Key ring, Key holder, Driver, Keys, Tag, Fob

sabato 9 novembre 2019

STEP #16 - Una prima mappa concettuale

IL PORTACHIAVI DELLA REGATA


STEP #15 - L'evoluzione futura della cosa


L'evoluzione della tecnologia sta portando diversi oggetti verso l'immaterialità. Per quanto riguarda le chiavi, però, ci sono ancora molte preoccupazioni riguardanti la sicurezza. Ogni sistema informatico, infatti, è vulnerabile e sebbene in ambito bancario ormai si stia sempre più andando verso l'eliminazione di carte o security token a favore di applicazioni su smartphone, nel campo delle serrature ciò è avvenuto solo in alcuni ristretti casi. Esistono certamente chiavi elettroniche, ma anch'esse hanno una materialità e necessitano, dunque, di un portachiavi.
In attesa della sua scomparsa, il portachiavi, però, potrebbe cavalcare l'onda di un settore in grande crescita: la domotica. Ad esempio, l'installazione di un sensore bluetooth o wi-fi nel ciondolo potrebbe essere utile per avviare automaticamente determinate routine, come accendere alcune luci, dopo essere arrivati a casa e aver inserito la chiave nella serratura. Lo stesso, ovviamente, potrebbe essere fatto al contrario: spegnere tutte le luci quando si chiude la casa.
A questo punto, sarebbe utile anche inserire un modo per facilitare il ritrovamento del mazzo di chiavi smarrito attraverso, magari, la localizzazione GPS o un segnale acustico.
Un'altra idea potrebbe essere inserire un display dove far apparire la designazione della chiave presa in mano, così da evitare che non si trovi la chiave giusta in un mazzo con molte chiavi.
Probabilmente, rendere smart un portachiavi ne aumenterebbe il prezzo, eliminando, dunque, uno di quei fattori fondamentali che l'hanno reso uno dei souvenir e gadget più diffusi. Ma se la sua efficacia in quanto gadget può essere spiegata con il rapporto che l'utilizzatore ha con l'oggetto, come anche spiegato in un altro post, si potrebbe prendere ispirazione da un altro oggetto con caratteristiche simili. Negli ultimi anni, infatti, lo smartphone è diventato quasi un'estensione dell'individuo. Le aziende, allora, hanno capito che anche la cover del telefono può essere un ottimo oggetto per promuovere i propri marchi, così come facevano con i portachiavi. Il nostro nuovo "portachiavi smart" potrebbe, dunque, avere la possibilità di essere arricchito di cover con diverse forme e colori, molto più economiche del dispositivo stesso, in modo da mantenere le funzionalità di promozione e l'appetibilità di vendita dei portachiavi attuali.
Un'altra innovazione potrebbe riguardare la forma: spesso ci si ritrova con mazzi di chiavi ingombranti. Perché, allora, non rendere il "portachiavi smart" un portachiavi a forma di coltellino svizzero, con le chiavi disposte come i coltelli che, una volta selezionate, indicano sul display a cosa servono?

domenica 3 novembre 2019

STEP #14 - La cosa come simbolo

Fin dal principio la chiave ha avuto una forte simbologia: le chiavi chiudevano le porte, gli edifici, i forzieri, che magari custodivano tesori... Tale simbologia si è, dunque, trasmessa a ciò che raggruppava le chiavi: il portachiavi. Già nella saggezza popolare, il mazzo di chiavi, infatti, diventa simbolo di potere.
Con l'evoluzione della tecnologia dei materiali, però, fra gli anni '50 e '60 del ventesimo secolo, i portachiavi vanno incontro al processo inverso di molti altri oggetti. Grazie alla possibilità di realizzare gadget in plastica, le imprese iniziarono a produrre portachiavi come strumenti promozionali. Se, quindi, capita spesso che le cose passino dalla loro materialità al simbolo, nel caso dei portachiavi si ha spesso che un simbolo si materializzi proprio nella cosa tangibile, attraverso il pendaglio o fob. Molto spesso diventa fondamentale che un marchio, un ricordo o un concetto assuma una dimensione concreta, per rimanere meglio impresso nella mente dell'individuo. Basti pensare al ruolo anche economico dei souvenir nel turismo e al bisogno che un turista ha di acquistarli e magari regalarli. Il portachiavi non riveste questo ruolo egregiamente solo per la sua economicità o le ridotte dimensioni, ma perché spesso è legato ad un oggetto che assume una grande importanza a livello personale, cioè le chiavi di casa, perché è qualcosa che chiunque porta sempre con sé, per accedere e proteggere il proprio rifugio: l'abitazione. Diventa, dunque, in qualche modo parte della vita della persona che lo usa.
Negli ultimi anni, però, anche il portachiavi è diventato simbolo. Il progresso tecnologico ha portato l'essere umano a fare sempre più affidamento a sistemi informatici per sempre più attività e spesso tali sistemi devono essere crittografati e protetti da password. Come accennato in un altro post, se le password possono allora essere considerate le "chiavi" moderne, tutti quei programmi che permettono di memorizzarle e utilizzarle in modo sicuro spesso hanno nel nome riferimenti alla parola "portachiavi". Un esempio è l'Accesso Portachiavi di Apple, la cui stessa icona è un portachiavi.


sabato 2 novembre 2019

STEP #13 - L'anatomia della cosa

1. Carabiner
2. Split-ring
3. Chain
4. Fob

Come accennato anche in un altro post del blog, elemento fondamentale del portachiavi è l'anello, l'elemento centrale che unisce le chiavi con gli altri componenti. C'è poi la catena, o in alternativa una corda, che unisce l'anello con il ciondolo (o meglio fob, in Inglese). Eventualmente, può esserci anche un moschettone aggiuntivo.

Immagine di un moschettone tratta da Pinterest